Charles M. Schulz: il genio dei "Peanuts" e il suo eterno contributo all'umorismo

Redazione • 25 novembre 2024

Il 26 novembre 1922 nasceva Charles Monroe Schulz, una delle figure più influenti nella storia del fumetto e dell'umorismo moderno. 

Creatore della celeberrima striscia a fumetti Peanuts, Charles M. Schulz non è stato solo un fumettista di talento, ma un narratore capace di coniugare semplicità grafica, profondità emotiva e uno straordinario umorismo universale.

A oltre un secolo dalla sua nascita, il suo retaggio resta intatto, continuando a ispirare generazioni di artisti e lettori.

Il mondo dei "Peanuts"

Nel 1950, Schulz lanciò la sua striscia quotidiana, Peanuts, introducendo al mondo personaggi che sarebbero diventati simboli senza tempo: Charlie Brown, il ragazzo eternamente insicuro; Snoopy, il beagle sognatore con un mondo interiore vasto quanto l'universo; Lucy, la psicologa da cinque centesimi; e Linus, il filosofo attaccato alla sua coperta.

Peanuts non era semplicemente una striscia comica, ma una rappresentazione dei dilemmi umani in miniatura. Con un tratto essenziale e dialoghi apparentemente semplici, Schulz affrontava temi profondi come il fallimento, la solitudine, la speranza e la resilienza. Lo faceva con una leggerezza unica, trasformando queste riflessioni in humor accessibile e universale.

Il contributo all'umorismo moderno

Schulz ha portato una nuova dimensione all'umorismo: quella dell'introspezione. Prima di lui, i fumetti erano principalmente legati a gag visive e umorismo slapstick. Con Peanuts, l'umorismo si è spostato nella sfera intellettuale ed emotiva, coinvolgendo non solo i bambini, ma anche gli adulti. La sua abilità di far ridere mentre commuoveva ha aperto la strada a un intero genere di fumetti e serie animate che trattano la vita in modo sfaccettato, dai successi di Calvin & Hobbes a serie moderne come BoJack Horseman.

Un'eredità senza tempo

Dopo cinquant'anni di pubblicazione ininterrotta, Schulz concluse Peanuts nel 2000, poco prima della sua morte. La striscia continua a essere pubblicata in forma di ristampe, e i suoi personaggi restano vivi attraverso adattamenti televisivi, libri e merchandising.

Oltre al successo commerciale, il vero retaggio di Schulz risiede nella capacità dei suoi personaggi di rappresentare l'umanità in tutte le sue contraddizioni. In un mondo sempre più complesso, il suo messaggio di gentilezza, umiltà e accettazione delle imperfezioni risuona più forte che mai.


Charles M. Schulz non è stato solo un fumettista, ma un filosofo del quotidiano e un maestro dell’umorismo. Nel giorno del suo anniversario di nascita, lo celebriamo come una figura senza tempo che ha trasformato le vignette in arte e ha insegnato al mondo a sorridere anche nei momenti più difficili. In poche parole, Schulz ha dimostrato che, a volte, un semplice "Arrrgh!" di Charlie Brown può dire più di mille discorsi.

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Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
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