Non c'è niente da ridere, arriva il podcast

Redazione • 30 gennaio 2023

Un viaggio nella vita dei giganti della comicità mondiale, sempre in bilico tra divertimento e tragedia. Carlo Amatetti, editore di Sagoma, porta in un podcast l'universo comico che finora ha portato su carta con l'obiettivo sempre di preservare la memoria dei grandi comici mondiale e dimostrare come anche il linguaggio comico debba far parte della Cultura con la "C" maiuscola.

Luci e ombre della ribalta. È il prezzo altissimo della creatività e della genialità. Su RaiPlay Sound dal 31 gennaio un emozionante podcast in dieci puntate per raccontare vita e carriera di icone della comicità mondiale. Personaggi indimenticabili che hanno fatto divertire e ridere il pubblico ma tutti con un vissuto caratterizzato da instabilità e dolore. A raccontare queste storie è Carlo Amatetti - che da anni lavora come editore per tenere viva la memoria dei grandi della comicità mondiale - insieme a performer, autori, doppiatori, esperti di linguaggio comico e storici dello spettacolo, fra cui Moni Ovadia, Saverio Raimondo, Antonio Rezza, Omar Fantini, Rita Pelusio, Massimo Giuliani, Andrea Ciaffaroni e Giacinto Palmieri


In “Non c’è niente da ridere” Amatetti ripercorre la vita personale e artistica di dieci geni della risata, che ha avuto modo di affrontare (e talvolta conoscere) anche come editore: infanzia, debutto, gloriosi successi e poi, troppo spesso, una incredibile fine buia e autodistruttiva.


Si inizia con la storia dell’ascesa istantanea e del declino drammatico di Richard Pryor la cui comicità trascinante e irriverente è stata una scuola per tantissimi comici, si prosegue con Bill Cosby, per decenni esempio per la comunità nera Usa, per poi rivelarsi invece un “predatore”, colpevole di violenze ed aggressioni. E ancora John Belushi una vita breve ma magnetica, un uragano di energia e ironia in un animo fragile e troppo avvezzo alle droghe; Gene Wilder, il comico della porta accanto, un vissuto di grandi successi ma anche di demoni, battaglie e drammi familiari; Robin Williams, altro uomo fuori dagli schemi, dietro al suo inconfondibile sorriso tante lotte contro alcool, droghe e una terribile malattia; Marty Feldman noto per la sua luciferina ironia, ha una storia ricca di pagine esilaranti ma anche struggenti. Ricorrente in queste biografie, è spesso una fiera nota ribelle: si sa, il genio non tollera regole! È il caso di Andy Kaufman che ha preteso di essere uno showman ma fuori dallo show business e Lenny Bruce, cantato dai più grandi artisti della sua generazione, sacrificò tutto per la sua battaglia a sostegno della libertà di satira nelle aule di tribunale degli Stati Uniti. Non può mancare Peter Sellers, noto per il goffo Ispettore Closeau, a forza di cambiare identità, finì per perdere la propria! Un travolgente podcast che termina con la regina di tutte le sit-com, Lucille Ball: rompendo tutti i taboo, diventa la donna più importante dello showbiz americano, pagandone, ovviamente, tutte le conseguenze.


“Non c’è niente da ridere”, realizzato da Sagoma Editore in collaborazione con Audio Tales per RaiPlay Sound, dal 31 gennaio 2023 è on line alla pagina

  https://www.raiplaysound.it/programmi/noncenientedaridere

Autore: Carlo Amatetti 18 settembre 2025
Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
Una raccolta per celebrare una delle voci più corrosive dell’umorismo italiano.
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
La cancellazione del programma di Stephen Colbert arriva mentre negli Stati Uniti cresce la pressione politica sui media: proprio adesso si spegne una delle voci più graffianti di dissenso e comicità.