Sam Kinison, l’oltraggioso predicatore della risata

Redazione • 22 febbraio 2023

Tra le nostre passioni più sfrenate nel mondo della stand-up comedy c’è sicuramente il grandioso e sfortunato Sam Kinison, un ex predicatore poi impostosi sul palco con uno stile energico, se non abrasivo, ma che purtroppo ci ha lasciato a soli 38 anni il 10 aprile 1992 in un incidente automobilistico nel deserto della California.


Un tragico incidente

Era un venerdì sera quando avvenne il tragico incidente: Kinison stava andando ad esibirsi a Laughlin, in Nevada, quando la sua auto sportiva si scontrò con un camioncino a circa 200 miglia a est di Los Angeles. Sua moglie Malika, che aveva sposato solo la domenica precedente, rimase gravemente ferita nell’incidente. il fratello e manager di Kinison, Bill, che lo seguiva a bordo di un furgone dichiarò che l'incidente era avvenuto quando un pickup che percorreva la strada in senso contrario a quello del fratello, aveva cercato di superare un altro veicolo, centrando invece l'auto di Sam. Dopo l'incidente la strada era disseminato di lattine di birra che non provenivano dall'auto di Sam.


L'autista del pick-up aveva 17 anni e fu arrestato per omicidio stradale. Pierson si dichiarò in seguito colpevole di omicidio stradale per grave negligenza, venendo condannato a un anno di libertà vigilata e a 300 ore di servizi sociali. Kinison, che dopo l’incidente, uscì dall’auto con le proprie gambe, apparentemente illeso, morì tuttavia pochi minuti dopo per emorragia interna causata dalle gravissime lesioni subite.


Da evangelista pentito a stand-up comedian oltraggioso

Nato come Richard Pryor a Peoria, in Illinois, in una famiglia di evangelisti itineranti, di cui inizialmente ha seguito le orme, presto decise tuttavia di dedicarsi alla stand-up.


Le sue battute, spesso lanciate verso la platea a un alto tasso di decibe,l sono diventate popolari nel circuito dei comedy-club e gli sono valse apparizioni al cinema e in televisione. Ma i suoi show sono stati anche causa di scandali, provocando a ripetizione le proteste delle donne e della comunità omosessuale.


Spesso si presentava sul palco con un berretto e un soprabito, sorta di tunica che lo rendeva una specie di predicatore ateo. Ma il suo vero marchio di fabbrica erano gli sfoghi urlati. I critici lo descrissero come ringhioso, sprezzante, maleducato, oltraggioso e persino velenoso. Per noi era semplicemente meraviglioso.


Autore: Carlo Amatetti 18 settembre 2025
Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
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Una raccolta per celebrare una delle voci più corrosive dell’umorismo italiano.
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La cancellazione del programma di Stephen Colbert arriva mentre negli Stati Uniti cresce la pressione politica sui media: proprio adesso si spegne una delle voci più graffianti di dissenso e comicità.